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31 marzo 2013

TORNÒ INDIETRO, PIENO DI STUPORE PER L’ACCADUTO

Cara comunità di Bariano,
mi permetto di affacciarmi sul sito della parrocchia per potervi fare i miei auguri di buona Pasqua! “Gioisca la terra, inondata da così grande splendore! La luce del re eterno ha vinto le tenebre del mondo!” Sono le parole trionfanti dell’“Exultet”, cioè dell’annuncio di risurrezione che viene dato durante la veglia pasquale. La Terra tutta, in questa notte santa è davvero inondata di splendore! In cosa consiste questo splendore? Per spiegarlo, mi piacerebbe sfruttare tre suggestive immagini che emergono dalle letture ascoltate nelle celebrazioni di questi giorni.
La prima è resa bene da due passi del vangelo di Luca: “il velo del tempio si squarciò a metà” (Lc 23,44) e “trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro” (Lc 24,2).
Il velo era ciò che nel tempio divideva la zona “pubblica”, dove potevano accedere tutti i credenti, dal Sancta Sanctorum, ossia la zona più segreta e inaccessibile dell’intero tempio di Gerusalemme, dove risiedeva l’arca dell’alleanza, lo “sgabello di Dio”, e dove nessun uomo poteva entrare. La pietra, invece, era ciò che tentava di sigillare, di rinchiudere definitivamente nel passato la storia di Gesù, di metterci, per l’appunto, una pietra sopra. Entrambi questi tentativi di porre un confine tra la storia di Dio e la storia dell’uomo, vengono tolti, distrutti! Segno di un Dio che vuole definitivamente eliminare ogni distanza tra Lui e la sua creatura più bella! Sebbene poco ortodosso e poco rispettoso dei testi originali, per rendere bene l’idea di questo Dio che frantuma ogni barriera, sarebbe bello tradurre il versetto della morte di Gesù non dicendo: “Dando un forte grido, spirò”, ma scrivendo così: “Dando un forte grido, liberò tutto il suo amore”. Quel grido, che si alza dalla croce, è la consegna di tutto l’amore di cui Dio è capace. Amore infinito e incondizionato, che supera ogni ostacolo; ma, cosa ancora più stupefacente, negli eventi della risurrezione scopriamo che l’amore di Dio non si ferma a quel grido: va oltre! Dio è Colui che va oltre, sempre e comunque!
La seconda immagine che ci regala il Vangelo è la descrizione del sepolcro, o meglio della scena che Pietro vede quando scopre che è sparito il corpo di Gesù: “Osservò i teli posati là, e il sudario non posato con i teli, ma avvolto in un luogo a parte” (Gv 20,6). La “scena del crimine” è quanto mai inconsueta! Dei teli posati e un sudario avvolto… Tutto sembra essere stato messo a posto, quasi come farebbe una massaia che ha a cura l’ordine della casa in cui vive. E, in effetti, è proprio così: l’evento della risurrezione non è un evento furtivo, non è un’azione fatta in fretta e furia per paura di essere visti. Non è, insomma, una fuga di un Dio rifiutato dall’uomo. Tutt’altro. Nella risurrezione, il Signore si prodiga nell’ennesimo gesto di cura verso l’uomo. Il sudario “avvolto” e i teli “posati” ce lo testimoniano bene: sono lì, in vista, proprio per dissipare ogni sospetto di furto e di fuga. Nessun ladro, né tantomeno nessun fuggitivo, si sarebbe preoccupato di piegare un lenzuolo! No, Cristo è realmente risorto! Quel sudario “avvolto” e quei teli “posati” sono il simbolo che Dio stesso ha compiuto quell’azione, e non è voluto fuggire da noi!
La terza ed ultima immagine si fa augurio per tutti voi: dopo che Pietro vide il sepolcro vuoto, si dice che egli “tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto” (Lc 24,12). Tornare indietro. Dopo il rinnegamento, dopo aver avuto paura di proclamarsi discepolo di Cristo, Pietro ha la forza di tornare sui suoi passi. Pur nello stupore, ora crede. Allora, quel tornare indietro, quel ripercorrere i giorni trascorsi insieme al Signore, quel rileggere tutta la storia di Gesù alla luce dell’evento della risurrezione, gli darà la forza di essere il testimone per eccellenza. Testimone senza paure, testimone nella gioia. Testimone di un avvenimento senza precedenti. Testimone di quel grido di amore che scaturisce dalla croce, si amplifica nella risurrezione e si propaga nel corso dei millenni. Pietro è stato un uomo, né più né meno di noi. Come Pietro, allora, siamo invitati ad essere testimoni. Sia questo l’augurio per voi.
Gridiamolo al mondo: Cristo è davvero risorto! Buona Pasqua!
Michele Minuti


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